La leggerezza mentale:

Come lasciare andare i nostri fardelli.

La leggerezza mentale: Come lasciare andare i nostri fardelli.

Sentiamo poco parlare di leggerezza, forse perché a primo impatto ci viene in mente qualcosa di negativo.

La leggerezza è l'antidoto alla pesantezza, ed è un elemento fondamentale della ricerca della felicità. Quando vivi situazioni che ti condizionano negativamente e che non puoi cambiare, devi imparare a osservarle limitando al massimo l'impatto che generano sulla tua sfera emotiva.

Per poter avere uno Spirito “leggero” è necessario uscire completamente e totalmente dalle idee che ci sono state trasmesse al riguardo, e “resettare” tutto, partire nuovamente, da zero.

Cos’è la leggerezza?

Capacità di vivere e accettare con serenità e con equilibrio situazioni o avvenimenti , senza drammatizzarli e senza cercarvi significati profondi e reconditi.

La leggerezza è comprensione della realtà in una prospettiva diversa : ciò non toglie il non prendere seriamente questioni importanti ,ma riguarda solo la propria capacità di affrontare gli avvenimenti dandogli però il giusto valore o, propriamente, peso.

Leggerezza è la capacità di non avere macigni sul cuore è il “lasciar andare”, ovvero il non attaccamento alle cose.

Esempio

Gli stress e le preoccupazioni della vita se pensati per un momento, non producono nulla, ma pensati per un po’ più a lungo incominciano a far male. E se ci pensiamo per tutto il giorno, ci sentiamo paralizzati e incapaci di far qualunque cosa.

Stiamo dando energia negativa al problema. La dobbiamo togliere.

Se non si possiede, la leggerezza si impara ed è una possibilità bellissima. «A qualcuno appartiene da sempre, per carattere o per abitudine, per altri invece è un’arte da apprendere e praticare, in nome della quale esercitarsi: l’arte del togliere i pesi superflui all’esistenza, la capacità di farsi scivolare addosso le fatiche, la possibilità di imparare a sostenere i pesi di cui l’esistenza ci carica».

Sarebbe bello riuscire ad essere semplici e profondi. Lievi nel modo di essere.

Non possiamo non ricordare la bellissima citazione di Calvino :” Prendete la vita con leggerezza ,chè leggerezza non è superficialità ,ma planare  sulle cose dall’alto ,non avere macigni sul cuore”.

La leggerezza è working in progress.

La leggerezza è un processo continuo -dosare gli ingredienti è un percorso che tende a ricercare un equilibrio tra il peso e il legittimo bisogno di sollievo.

E’ un cammino che nasce da dentro e che riconosce all’esterno tutto quello di cui ha bisogno.

Avendo la leggerezza come caratteristica quella della ascensionalità, esso non può fare a meno del suo esatto contrario: il peso.

leggerezza e pesantezza

Di leggerezza, in questi tempi difficili, evidentemente abbiamo bisogno.

Ognuno infatti porta i propri tormenti e disagi sul cuore, sulle spalle, nella testa.

Forse ci servono per non essere insignificanti, per rimanere con i piedi per terra e ricordarci la nostra dimensione, anche se a volte ci schiacciano come macigni.

Non si possono annullare però, non è possibile togliere niente alla loro consistenza e durezza.

Ma si può allentare la gravità con la quale li tiriamo a noi, il modo in cui diamo peso alle cose, le coloriamo di tinte più o meno forti, le investiamo di significati.

E molte volte esageriamo, non siamo lievi e senza accorgercene rendiamo denso e gravoso anche ciò che sarebbe facile. Spesso siamo pesanti con noi stessi e con la nostra vita. Arriviamo alle cose colmi di convinzioni, ragionamenti, pregiudizi.

Diventiamo obesi mentali si parla di bomba mentale, rallentati in un metabolismo emotivo lento.

Facciamo gli accumulatori seriali di pensieri che non servono, viviamo nel superfluo incapaci di fare spazio al nuovo. Ci fissiamo sulle stesse cose.

Riempiamo la nostra mente senza smaltire considerazioni di troppo, sfoltire convinzioni. Ci carichiamo di pesi emotivi, ne facciamo bagaglio ovunque andiamo. Dilatiamo le emozioni negative di esperienze passate e le portiamo appresso anziché disfarcene arrivando carichi ai nuovi incontri.

Ci infiliamo nelle storie con zavorre imbarazzanti, con airbag esplosi chissà quando ma ancora paralizzanti.

Pensando di funzionare solo sul dovere e sulla razionalità, inseguendo obiettivi e traguardi quotidiani.

Vivendo con il freno tirato. Rigidi nelle convinzioni, resistenti alle novità, congelati nei dubbi. Monotoni.

Infilati in armature medioevali della nostra storia personale, freddi nei movimenti, nei pensieri, nelle emozioni.

Mettiamo peso nella nostra vita anche facendo spazio esclusivamente a quello che non va, avendo una visione egocentrica del mondo, dando spessore solo a noi stessi.

Oppure eccedendo nel controllo delle situazioni, diventando sempre più armati e contraffatti. Lamentosi di tutto e di tutti, interpretando la parte delle vittime sacrificali credendo di non avere controllo su ciò che ci accade. Disfattisti e autodistruttivi.

un peso sopra il cuore

Ci diamo un carico gravoso quando non riusciamo più a creare piacere nella nostra vita resistendo ai desideri più profondi. Quando non sappiamo più inventarci qualcosa di diverso. Carichi di risentimento, tristezza, paura.

La  leggerezza è necessaria

La leggerezza ci è necessaria non per aumentare le nostre prestazioni ma per risollevarci, non per programmare ma per fare accadere. Non c’è pieno senza vuoto.

Le migliori intuizioni, rielaborazioni, idee si preparano proprio inconsapevolmente nel vuoto. Nello stallo psicofisico.

Sospendendo gli stessi pensieri possiamo paradossalmente movimentarci, toglierci opacità.

La leggerezza permette alla gioia, all’entusiasmo di manifestarsi liberamente. Leggerezza di chi sa vivere autenticamente, di chi non rimane attaccato al passato di chi vive nella gratitudine. (siamo grati a prescindere)

In un'epoca in cui siamo attratti da parole belle, cariche di positività come resilienza, speranza, felicità, trascendenza ecco che «leggerezza» offre forse l'approccio più armonico e completo dell'esistenza proprio perché le comprende tutte: «Se la resilienza, per esempio, presuppone un atteggiamento di dimostrazione di forza, la leggerezza offre la possibilità di costruirsi un orizzonte desiderabile. Leggerezza è il nudo piacere di vivere, è un atteggiamento di curiosità e consapevolezza.

Non siamo padroni di tutto ciò che accade, ma possiamo sempre scegliere come atteggiarci di fronte agli eventi, di fronte a ciò che accade

Puoi avere una vita durissima e rispondere con delicatezza fiduciosa.

Puoi avere una vita più agevole e chiuderti nella scontatezza. Il modo in cui rispondiamo crea frequenze e risposte dalla vita stessa. Ma non è aritmetica, è danza.

Nella decisione di abbandonare noi stessi per incamminarci verso l’altrove esercitiamo il primo atto di alleggerimento da noi stessi, ci inerpichiamo sul picco più alto, quello dal quale ci sia dato di contemplare tutto il mondo al quale prima appartenevamo, nel quale ci aggiravamo gravati dalla ineludibile armatura che la difesa del nostro essere ci obbligava ad indossare. (FRankl : La montagna).

La libertà consente all’uomo di rifiutare il dominio di forze esterne o interne.

E’ solo grazie alla libertà che possiamo godere appieno della leggerezza. La libertà serve a conservarci la possibilità di ripetere ancora quella scelta, a darci lo spazio sufficiente per percorrere la strada che ci porta all’altro. Tuttavia la libertà richiede forza, il massimo della forza. Per averla dobbiamo rompere ogni vincolo, spezzare i legacci che ci ancorano ai ceppi sul terreno della meschinità e allontanarci dal nostro io, pieni della bellezza degli altri e, soprattutto, ricolmi dell’amore che incontreremo.

La leggerezza crea l’opportunità, genera alternative, non si attiene ad un codice di condotta predefinito men che meno imposto da altri. Il fardello della realtà è faticoso da portare e sottrae energia alla speculazione e all’innamoramento.

La leggerezza e la consapevolezza.: consapevolezza: uno stato mentale vigile che consente di osservare lo scorrere dell’esperienza momento dopo momento.

La leggerezza non è per tutti e richiede una grande consapevolezza. Nessuno potrà confonderla con la superficialità, giacché, pur veleggiando in superficie, avrà piena contezza dell’abisso che la minaccia e tuttavia nessun timore verrà a corrugarne la fronte, intenta come è a dialogare amabilmente con la sua amata compagna, la follia.

La leggerezza è legata alla scelta- all’atteggiamento.

Se un nostro amico ci delude, ferendoci e umiliandoci, magari per giorni e giorni, ripensiamo all’accaduto, rimuginiamo continuamente, fino a sentirci arrabbiati come se stessimo provando lo stesso malessere sperimentato in quel momento. In questo caso non è più l’amico che ci causa dolore, ma il nostro atteggiamento che, sottoforma di pensieri ed emozioni negative, non ci permette di “lasciar andare”.

Lasciar andare non significa necessariamente subire i torti da parte degli altri o far finta di nulla, ma accettare che alcune cose non sono sotto il nostro controllo e che il giudizio degli altri non deve definirci in termini di valore personale.

Esattamente come il paguro, abbiamo la possibilità di prendere il dolore, il malessere e trasformarli in qualcosa di più funzionale: per il piccolo crostaceo, questo vuol dire trovare una nuova conchiglia che possa ospitarlo, per noi essere umani potrebbe significare cercare nuovi stimoli, opportunità, risorse e persone che andranno a occupare un nuovo posto nella nostra vita.

Poiché il paguro abbandona il guscio precedente per crescere e trovare un nuovo guscio più grande, il suo simbolismo è associato ai cicli di vita, alla rinascita e alla crescita personale. Può essere visto come un simbolo di trasformazione costante e di evoluzione nel corso del tempo.

Pertanto, se da un lato, a volte, possiamo sentirci impotenti di fronte a certe situazioni o atteggiamenti di altre persone, dall’altro, abbiamo la possibilità di trasformare tutto questo e dargli un nuovo aspetto.

Il tuo atteggiamento nei confronti della vita e delle tue difficoltà è ciò che determina la tua capacità di far fronte a quasi tutto. Inoltre, sta a te scegliere l’atteggiamento giusto e non mollare. Sta a te continuare a sperare e credere che il tuo passato non debba determinare il tuo futuro.

Questo stesso atteggiamento e la capacità di trasformarsi e affrontare le avversità in resilienza. Come ha spiegato, non è il contesto o le circostanze che determinano come affronterai, ma piuttosto le tue decisioni e pensieri.

La Leggerezza si esercita.

In conclusione emerge il fatto che la leggerezza non è qualcosa di spontaneo ma che si deve esercitare.

“La leggerezza è qualcosa a cui ambire, ma è anche qualcosa da ricercare e coltivare, cui dedicarsi come ad un esercizio spirituale per arrivare a rendere la propria vita più lieve.

Un'altra caratteristica che ha sottolineato Frankl è l’umorismo ovvero la capacità di prendere distacco da alcune situazioni emotivamente difficili e porsi al di sopra di esse in modo da valutarle con spirito critico.

L’umorismo è una peculiarità dell’essere umano, rappresenta la capacità intelligente e sottile di individuare e ritrarre gli aspetti comici dell’ambiente, di creare “alternative di realtà”

L’umorismo è un atteggiamento che possiamo imparare -va affinato-allenato-attiva processi chimici e dà benefici: organici-esistenziali-psicologici.

Umorismo come risorsa: contrasta l’ipertrofia dell’io e in modo specifico è a favore della leggerezza.

Ha a che fare con la possibilità e la capacità di trascendere il quotidiano, ha a che fare con la possibilità di sperare e di sognare, di decidere di quali tinte colorare il proprio mondo accettando i propri carichi e i propri pesi, facendosene interpreti , trattenendo ciò che àncora e radica e lasciando andare ciò che vincola soffocando.

La leggerezza serve, ne abbiamo bisogno come l’aria, anzi: è la dimensione della vita con cui ritrovare ossigeno, con cui riscoprire uno stile di vita sostenibile, che apre al cambiamento, alla creatività, alla possibilità di immaginare una vita migliore, nonostante tutto.

Come eliminare i nostri fardelli.

La leggerezza se non la si possiede, si apprende. La leggerezza è uno stile di vita che libera dai pesi e tiene vivo il desiderio. Si alimenta di esercizi quotidiani ed è ancora più vera se condivisa con un compagno di leggerezza

Le domande cui rispondere:

Cosa mi pesa nella vita e della vita?

Che pesi porto?

Che pesi sento addosso?

Ora disegno il mio sacco nero, che porto sulle spalle: cosa c’è dentro?

È tutta roba mia o posso restituire qualcosa al “mittente”? (aspettative e richieste eccessive di altri, condizionamenti culturali pesanti eccetera).

Cosa posso lasciare a terra?

Cosa mi fa sentire leggero o quando mi capita di sentirmi leggero?

Cosa amo fare che mi alleggerisce e mi dà gioia?

Mi garantisco tempo per trovare questi momenti e viverli?

Vivere con leggerezza non è negare o fuggire dalla sofferenza, ma saper riconoscere ciò che è lieve anche nelle situazioni difficili».

perdere peso

La prima cosa da fare è iniziare a prendersi del tempo «da dedicare a qualcosa che piace interrompendo il flusso che lascia senza respiro. La leggerezza non è connessa al dover fare qualcosa per forza o perché misurabile come una performance, è un invito ad attività apparentemente inutili ma in grado di generare pensieri positivi. È un modo di sorvegliare come sta la nostra anima e per assicurarci che rimanga sempre appassionata alla vita».

LA LEGGEREZZA VA CONDIVISA: l’uomo ha bisogno di relazionarsi.

Siamo esseri in  relazione  e per essere davvero leggeri dobbiamo trovarci un compagno di leggerezza: «La leggerezza solipsistica non esiste, è un modo di vivere che ci si regala a vicenda».


Dott.ssa Giovanna Franceschini
Psicologa Psicoterapeuta, specializzata in Terapia Breve Strategica a Marina di Carrara

Dott.ssa Giovanna Franceschini

Psicologa Psicoterapeuta, specializzata in Terapia Breve Strategica

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